Cari amici e sostenitori,
due settimane fa è stato il mio 50esimo compleanno, e, nonostante non sia mai stata una persona legata alle ricorrenze nè ai numeri che salgono sul calendario della vita, mi sono voluta dedicare alcuni momenti di riflessione riguardo non solo si fatti personali dell’esistenza, ma soprattutto a quella che io chiamo “Misione” di vita. Ognuno credo abbia maturato e sviluppato la propria a seconda delle attitutini, passioni, ambizioni, capacità personali, ecc. Io quando avevo 6 anni mi tiravo su i dolcevita (famosi negli anni ’70) sino alla linea dei capelli fingendomi suora e conclamando la mia volontà di andare ad aiutare i bambini poveri in Africa… C’è voluto molto tempo prima di decodificare le mie attitudini anzitutto, e poi ci sono voluti degli sforzi immensi per cambiare quella vita preconfezionata che mi era stata assegnata dal sistema sociale. Ribelle? forse un po’, ma libera di pensare e determinata sicuramente. Si dice nelle discipline sociali e psicologiche che esistano dei profili caratteriali predisposti per questo tipo di attività chiamate erroneamente “umanitarie”. Io tale quesito non me lo sono mai posto, ma posso dire con assoluta fermezza che quando ho lasciato la mia vita preconfezionata nel 2002 cominciando a cercare un senso e dei significati profondi attraverso i miei viaggi nel mondo “povero”, nella mente, nel cuore e nell’anima ho sentito dei CLICK inequivocabili. Come un colpo di fulmine. Ti tuona addosso e sai cos’è, ma non sai perchè o per come o per quando…. non ho mai fatto tante fotografie o video perchè ho empre pensato che mettere un filtro tra la realtà e i miei occhi l’avrebbe alterata. Ma quelle immagini di bambini sporchi, baraccopoli immense e luride, occhi profondi e tristi, non abbandoneranno mai il mio cuore.
Ho desiderato condividere queste riflessioni con voi, la cui maggiorparte ci sostiene da tanto tempo, per un legame che mi unisce a voi anche se non conosco tutti di persona… ma sono certa che queste immagini scuotano il vostro cuore tanto quanto il mio.
Con affetto e gratitudine,
Caterina Vetro